Spiegazione di una Spiegazione

Il noto compositore italiano Luciano Berio usava spesso comporre brani sulla base di un meccanismo intellettuale piuttosto particolare, che non mi sembra riscontrabile (almeno palesemente, o in modo espressamente deliberato) in altri suoi colleghi. In sostanza, utilizzava una certa opera musicale per illustrare un concetto, arrivando addirittura a comporne una seconda che fosse in grado di precisare meglio, o spiegare di sana pianta, il concetto espresso nella prima.

L’idea risultante è quella di una spiegazione “ricorsiva”, laddove l’ultimo output spiega quello che viene prima.

A me capita una cosa del genere con la scrittura nel web. Con la differenza che i tempi sono invertiti: abbandono un blog per farne un altro, e torno al blog originario per spiegare quello che lo ha — a questo punto solo parzialmente — rimpiazzato.

Il mio nuovissimo blog su LiveJournal è nato come sbocco per tutti quei monologhi che non riuscivo a collocare altrove. In questo senso, ciò che veniva prima ha oggi per me un valore alternativo, e una configurazione diversa da quella dalla quale ho inizialmente preso le distanze. Una fuga che è un ritorno, insomma. Ovvero una specie di edizione rinnovata del viaggio dell’eroe in un micro-viaggio personale.

Frammenti di Editorie Dimenticate

Di fatto, quelli della mia generazione sono testimoni di un’epoca in cui la stratificazione editoriale aveva prodotto tali e tanti contenuti da poter essere accolti solo entro uno spaziotempo radicalmente diverso da quello attuale. Ho celebrato questa sensazione con una sorta di poesia dattiloscritta.

Qualche Appunto sugli Appunti Cartacei

The notebook is the place where you figure out what’s going on inside you or what’s rattling around. And then, the keyboard is the place that you go to tell people about it.

Austin Kleon

L’idea di un luogo fisico dove annotare le cose prima che prendano una forma in qualche misura “compiuta” è geniale, ma nel contempo estremamente scivolosa. Cerco di spiegarmi meglio dicendo che mi capita di cercare qualcosa nel mio passato, e di rivolgermi, in via totalmente congiunturale, a vecchi taccuini che mi restituiscono una risposta a volte addirittura illuminante. Tuttavia questo procedimento sembra essere troppo spesso una modalità casuale, ovvero non deliberata. La soluzione pratica passa necessariamente per il campo della comodità di annotare su carta degli schemi, che però siano dettati da un disegno che necessariamente deve prendere forma. Per così dire, un annotare schemi percepiti da subito come importanti, e dunque degni di essere estesi in un ragionamento più ampio e articolato.

Basil e Dintorni

Ho ripreso a guardare vecchi film degli anni che vanno dai Quaranta ai Settanta, sia esteri che italiani, grazie alla sempre aurea intercessione di Youtube. Ritrovo in queste produzioni una ritmica radicalmente diversa da quelle attuali, e un retrogusto che necessariamente riporta anche me indietro nel tempo.

Tra uno Sherlock Holmes d’annata (Basil Rathbone, ovvero quando un attore diventa icona letteraria) e un nostrano Mastroianni “di genere”, ricostruisco una sorta di vocabolario perduto, o semplicemente dimenticato nelle nebbie del tempo.

Di tutto questo farò qualcosa. Non so cosa, ma qualcosa…