Si può viaggiare restando perfettamente fermi? La prassi è complessa, e forse utopistica. In generale, l’apprezzamento per gli scrittori e i poeti che creavano le loro opere “avendole vissute direttamente” è ragionevolmente condivisibile. Tuttavia, ci sono evidenti ostacoli all’avventura: il tempo, i soldi, i rapporti umani, i vincoli ai quali la contemporaneità ci assoggetta, e via discorrendo.
Sta di fatto che a volte scrivere è molto difficile, non tanto per la scrittura in sé, quanto per la sua collocabilità in uno spaziotempo idoneo, e la sola cosa che si può confezionare è un aforisma o una breve poesia. Meglio di niente? Certo, sono io il primo a dirlo. Si può essere orgogliosissimi di una poesia. Ma a mio avviso la questione è un’altra, ed è quella che credo di aver appreso dalla lezione di Natalie Goldberg.
La scrittura, come credo buona parte della lettura, è una prassi che deve insegnarci qualcosa, ovvero farci percorrere un certo sentiero verso la scoperta o riscoperta di un tesoro tra le fronde di una fitta foresta.