La mia generazione è un remix di elementi indubbiamente analogici, ripensati in digitale. Pur restando un analogico per vocazione, è fuori discussione quanto determinati software possano semplificare – magari un po’ freddamente rispetto alle “scatole creative” di Twyla Tharp, ma efficacemente – alcuni processi creativi.
Ebbene, per qualsiasi professione abbia un minimo a che fare con aspetti compositivi – arte in genere, certo, scrittura, musica, scripting per la radio e la televisione o addirittura il cinema, ma anche e direi a profusione design di processo e prodotto, architettura, conduzione di team, facilitazione d’aula, e chi più ne ha più ne metta, consiglio vivamente questo software online chiamato Milanote. Eccone un esempio d’uso, tratto da una cosa che tempo fa mi fu co-commissionata. L’intero software ragiona nella modalità lavagne che contengono lavagne ed elementi che stanno dentro una lavagna. Tali lavagne, oltre ad altre lavagne (che a loro volta contengono appunto lavagne, secondo una logica ricorsiva), possono contenere immagini, annotazioni, colonne di elementi, grafici, testi, documenti, link, pantoni (nel caso di design avente a che fare con specifici colori), video, mappe territoriali, etc…
Qui vedete una minuscola lavagna grado zero, dove ho semplificato alcune ispirazioni generali per una storia.