Cacciatore di Memorie Cartacee

I libri sono dei divertenti piccoli pezzi portatili di pensiero.

Susan Sontag

Era il mondo delle grandi librerie, ora scomparse. Le pile di libri troneggiavano lungo i labirinti che accoglievano, specie durante le torride estati tipiche del Nordest, il cliente annoiato e curioso, aperto a qualsiasi fugace lettura. Ecco dunque affiorare i generi, all’epoca in grado di costruire mondi veri e propri, e l’esoterismo delle colossali collane dedicate, in mezzo a una miriade di classici antichi e moderni, locali e planetari.

La comunicazione one to many a mio avviso sta riscontrando alcune aporie di base, che vengono scontate sia all’interno del Web che nel mercato circostante, come per esempio nell’editoria classica. Non so come descrivere la fenomenologia: in generale mi pare che la comunicazione caotica della Grande Rete stia inquinando un po’ tutto, relegando la qualità al mercato sotterraneo della memoria.

Sulla scia, diciamocelo chiaramente, di questa vena nostalgica, ho deciso di proseguire nel mio setaccio alla ricerca di capolavori dimenticati, edizioni storiche, pagine ingiallite (oppure incredibilmente conservate per effetto di una protezione di cellophane rimasta intatta nonostante gli anni), memorie grafiche di copertine fatte a mano (ricordiamo la grandezza di un Karel Thole, solo per citare un esempio iconico), e così via. Una vera e propria archeologia.

La dimensione della lettura allude ormai a uno spaziotempo impossibile, o almeno difficilissimo da realizzare. La nostra esistenza è frenetica, obbligata alla distrazione, contaminata da voci sempre più moleste e assoggettata a orizzonti temporale angusti e inadeguati. Ma io continuo a cercare materiali, convinto che prima o poi riuscirò a goderne.

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