Mi sono rimesso a leggere libri rigorosamente cartacei. Da tanto, da troppo non lo facevo in modo sistematico. Peraltro faccio ancora fatica a ritagliarmi il tempo necessario, un tempo che sia opportunamente dimensionato, senza frastuono, senza continue distrazioni e richieste. (Facile a dirsi…)
Ho pensato a gennaio come al mese “cartina al tornasole” dei buoni propositi. Come diceva Brian Eno nel suo celebre diario, per fare una cosa bisogna andare oltre il 6 gennaio.
Riflessioni sul bianco e nero. Su un mondo più semplice ed essenziale, che possa accogliere la complessità senza essere troppo complesso, ovvero caotico e sovraffollato come il nostro. L’idea è di usare questo blog come scatola dove mettere tutto ciò che è antico: una sorta di “ponte 2.0” per arginare il baccano del 3.0 in tutte le sue forme.
Ho comprato due cover per mini notes. Funzionano alla grande. Ho notato che i quaderni Clairfontaine Age Bag ci entrano perfettamente. Creano una sorta di standard, di combo perfetta. Vorrei completare il tutto con una penna broad Faber & Castell.
Una nuova passione: i manoscritti, segno di un’epoca e di una sensibilità di ricerca, oggi evidentemente dimenticata o quasi. Ma anche la carta, in generale; i fogli raccolti in cartelle, le pile, la brossura messa insieme con una colla che finisce per diventare come ovvio vetusta, e sfida il tempo con giustificabile incertezza. Ecco dunque lo scricchiolare delle aperture, che mette il lettore al cospetto della devozione alle tecniche di conservazione attenta, tipiche dei musei e delle biblioteche.
Un mondo affascinante e dimenticato.