Ho iniziato la mia giornata con questo appunto manoscritto sull’idiocrazia. L’appunto, a ben vedere, era iniziato con alcune considerazioni sul tempo, sulla settimana, sul non riconoscere il giorno della settimana, ovvero su un tempo che ormai non si fa più riconoscere nei suoi ritmi atavici.
Continuo la lettura di Magia Rossa. Milano mi appare nella sua identità anni Ottanta, piena di Risorgimento da un lato e di rivoluzione industriale dall’altro. La civiltà delle macchine, oggi sostituita dall’inciviltà dell’intelligenza artificiale. Gli autori molto attivi in quel periodo sono da riscoprire: c’è dentro la narrativa popolare, il fumetto, ovviamente una politica ormai scomparsa da decenni. Alcune cose mi interessano molto, altre per forza di cose non mi interessano più, e mi rendo conto che gran parte del problema politico attuale è che a certuni continuano a interessare tali e quali. Assurdità.
Mi è venuto in mente uno slogan per questo specifico blog. Un blog rigorosamente 1.0…
Riflessioni sull’intellettuale e sul consenso. Mi riferisco a conversazione storica (andata in onda entro un contenitore del servizio pubblico che esisteva in Italia negli anni Settanta, tanto per rimarcare l’attuale declino) tra Arbasino (moderatore), Moravia e Sanguineti.