Il titolo di questo post ricalca quello di un noto libro sui gatti, The Cat Inside, per ragioni che credo saranno comprensibili…
Ho conosciuto Taos dagli scritti di Natalie Goldberg, didatta, poetessa e scrittrice statunitense che proprio in questa cittadina del New Mexico risiede e lavora.
La Goldberg è nota in Italia per il suo best seller Scrivere Zen (in originale Writing Down the Bones Freeing the Writer Within, 1986): a rigore un “manuale di scrittura creativa”, che in realtà è molto di più. A parte questo caso editoriale isolato, la sua nutrita produzione è in Italia totalmente inedita, essendo costituita da testi che in effetti non avrebbero alcun senso qui da noi. Ma resta questo suo capolavoro, tra le cui pagine Taos è celebrata come vero e proprio luogo dell’interiorità più profonda.

Ebbene, io credo che ciascuno abbia la propria Taos. Può essere un luogo reale, del presente o del passato. Oppure uno stato della mente, un gattino che accoglie le nostre coccole casalinghe (come il qui presente Merlino), e via discorrendo. Taos, nella descrizione che ne fa la Goldberg, assume la valenza di un ritmo, di un mondo di sensazioni allineate a noi stessi.

La grande missione è renderci simili a noi stessi. O meglio: rendere il nostro mondo, o anche solo parte di esso, sufficientemente somigliante a quella parte di noi che per forza di cose non ha potuto conservarsi identica nella bieca quotidianità che ci circonda.
Taos riporta l’amore nel nostro presente: è la città dove possiamo tornare a sfogliare i libri cartacei di un tempo.
(Probabilmente Merlino è associabile più all’estetica vittoriana che a quella dei cactus e dello yerba mate, ma questa, come dire, è un’altra storia…)


Sei tu Merlino?