Non esiste più l’intellettuale, o non esiste più lo spaziotempo in grado di accogliere una presenza intellettuale?
Nebbia a Vicenza

Oggi devo fare un sacco di cose, anche se banalmente a piedi, per le vie di Vicenza. Che oggi è come la Londra dell’Ottocento profondo.
Lettura Contesto Spaziotempo Percezione
Più che comprare libri dovremmo comprare lo spaziotempo necessario per leggerli.
Ci penso sempre di più. L’ho detto, e lo ripeto: la questione è a monte, e non riguarda solo la prassi della cara vecchia lettura. Pure la contemplazione filmica, o musicale (e la contemplazione in genere), segue la stessa logica. A mancare è il tempo e la sua necessaria qualità minimale. Espressione che può anche estendersi allo spaziotempo. Ossia, manca ormai un quadro circostante atto ad accogliere il gesto.
Il tempo nudo e crudo è minacciato da interruzioni in potenza e in atto. Si tratta, cioè, di un tempo di bassa qualità. Possiamo avere a disposizione l’oggetto del desiderio, quale esso sia. Ma ci sfugge il contesto che ne accoglie la fruizione.
La falsa libertà abbonda; quella vera, che sarebbe bastata e avanzata anche in quantità molto esigue, manca invece completamente. Ne segue una sorta di distrazione basale che confonde ogni percezione. Ossia, abituarsi a considerare reali le risate registrate significa non capire più le battute che fanno ridere sul serio.
Acero Canada
Tra ieri e oggi ho provato — ovvero, riprovato, a distanza comunque di anni — lo sciroppo d’acero. Ha un gusto aromatico che non ricordavo, legnoso, leggermente vanigliato ma con un sentore erbaceo. Molto canadese (non so perché l’ho detto). Ottimo nel caffè lungo. Meno nelle tisane.
Peraltro, c’è una serie Amazon Prime in tema. Very very funny…

On Tumblelogging
Cosa sono i tumblelog? Non so voi, ma io proprio non lo so. Ecco perché mi affascinano.