Presentazione Palm Beach Blog

Le mie questioni relative al vecchio blog in Vivaldi Community hanno caratterizzato una fattispecie decisionale già abbondantemente descritta. Ora è il momento di presentare il nuovissimo blog in quella stessa community che mi ha indotto a tante elucubrazioni burrascose (ma creative).

palmbeach.vivaldi.net

Mi piace immaginare questo blog come un luogo fortemente monoideista. Ossia, un luogo dove concentrare argomenti unicamente legati a pochissimi temi di base. In primis, tecnologia di comunicazione (cosa che si adatta molto bene a quella community) e scrittura “classica” riversata nel web.

Vorrei fosse un vero e proprio diario compilato nello stile di Cory Doctorow.

Ritorno a WordPress: le Motivazioni

Ho trasferito qui il mio (quasi) storico blog in WordPress. Ora sto provvedendo a trasferire i vecchi contenuti per rilanciare il tutto in una nuova, nuovissima forma.

Il perché di questa mia scelta è presto detto. Io uso tantissimo Vivaldi Browser, uno strumento per me assolutamente inarrivabile. Tuttavia, il team di sviluppo di tale pezzo di software nasce circa una decina scarsa di anni fa da un fork burrascoso relativo all’analogo progetto Opera, browser che molti di voi conosceranno come nativamente crypto friendly. Ora, io ritengo che un browser debba essere solo e unicamente un browser, e che la scelta di non occuparsi di cryptovalute “dento un browser” sia non solo pienamente legittima, ma addirittura opportuna (ecco perché io oggi uso Vivaldi, non Opera, e neppure Brave). In altri termini, che sia il mercato dei plugin, e non il codice nativo, a caratterizzare il web3 all’interno di un certo browser.

Il problema è che tutto il team Vivaldi, sulla scia di questa legittima scelta tecnica ha innescato una vera e propria crociata globale contro le crypto in quanto tali (per ragioni logicamente molto deboli), obbligando tutti i partecipanti alla sua community (che annovera anche un’istanza Mastodon) di non parlarne mai.

Un atteggiamento, questo, a mio avviso del tutto sbagliato, che evidentemente mi avrebbe portato a ridimensionare il mio rapporto con questo gruppo di programmatori, indipendentemente dalla pregevolezza — che continuo a difendere — del loro prodotto.

A dirla tutta, il comportamento delle alte sfere di Vivaldi si è dimostrato in materia piuttosto discutibile e schizofrenico, soprattutto in relazione a un fatto che ebbi modo di portare alla luce qualche tempo fa. Un certo promotore del browser, infatti, fu nel marzo 2023 molto candidamente presentato al vasto pubblico (con post immediatamente cambiato a causa appunto del mio disappunto espresso frontalmente al frontman vivaldiano Jon S. von Tetzchner) come attivista impegnato nella diffusione della privacy coin zCash, cryptomoneta ben nota nel settore. Ebbene, la mia protesta piuttosto accesa ebbe come risultato la rimozione dalla maglietta (della versione grafica) del sopraccitato promotore del simbolo di zCash, che fu sostituito — piuttosto goffamente — prima da un cerchio giallo vuoto, e poi da una “V” che stava per Vivaldi.

Su Twitter mi capitò, come vedete, di fare un po’ di casino in materia, e ci fu uno scambio di battute piuttosto accese in un forum.

Insomma, ci ho pensato a lungo, e a lungo non ho preso particolari provvedimenti. Il mio “vecchio Navigazioni Annotate” era appunto ospitato dalla community di blogger di Vivaldi, che si estendeva, come detto, in una succursale su Mastodon. Ogni volta che volevo liberamente dire qualcosa dovevo pensare quindi ad autocensurare tutta la parte direttamente legata alla rivoluzione blockchain, e a selezionare ciò che potevo dire, destinando ad altre piattaforme il resto. Insomma, un lavoraccio fastidioso, no? Ecco perché ho deciso di spostarmi.

Ho ancora un blog in Vivaldi, ma sotto diversa identità. Sto studiando creativamente il modo di utilizzarlo, e credo di essere giunto a una conclusione: se vuoi che mi nasconda, allora utilizzerò questa tua risorsa sotto pseudonimo, e con intenti molto vicini all’hacking cyberpunk. Ossi, se pensi che le crypto siano un gioco sporco, allora eviterò di parlare di crypto, e farò quello che tu mi permetti di fare trasformandolo in un gioco ancora più sporco.

Detto questo, buona lettura.

Cosa Avete da Dare all’Artista?

I libri — quelli veri, anche indipendentemente dalla possibilità di diventare dei veri e propri “classici”, dettaglio evidentemente ben ulteriore al riconoscibile professionismo — nascono per essere letti e riletti senza perdere la loro attualità. Da questo punto di vista è evidente che la scrittura online non può e non potrà mai assurgere a tale ruolo, se non nella banale, per quanto utile, documentazione giornalistica.

Il web è di per sé troppo rapido, volatile e transeunte per riuscire a veicolare qualcosa di effettivamente stabile e statico, oltre che perennemente illuminante. Quindi tanto vale utilizzarlo come “tam tam letterario”, ovvero testimonianza di qualcosa che può accadere e in qualche misura ha senso documentare, fissare su carta elettronica in rete.

Personalmente sono anni luce lontano dalla logorroica penna elettronica di gente come Cory Doctorow. Non sarei mai, dico mai in grado di condividere con voi tutto quello che scrivo per me stesso. E d’altra parte, lasciando stare le pulsioni e i piaceri del “fare per il fare”, che è un po’ la riedizione dell’arte per l’arte, perché mai dovrei farlo?

Un Post per Tutti e per Nessuno

Per me bloggare significa disseminare enigmi spazzatura che nessuno può decifrare. Ha a che fare con la logica discordiana. L’ipertesto è la sua arma: una spiegazione che rimanda ad libitum ad altre spiegazioni; un’indagine che — un po’ come nelle telenovelas — propone una versione e poi la getta alle ortiche, per ricominciare il gioco di affabulazione che è la rappresentazione. In questo labirinto, ovviamente, dissemino anche inviti, eventi, occasioni che sta al lettore cogliere. Faccio autopromozione assemblando cose, insomma.

Una semplicissima citazione di istruzioni che stanno altrove, attraverso collegamenti vari. Dico cose che solo io posso capire. Se poi le capisce anche il lettore, meglio per lui.