Privacy e Poteri

Il mio alter ego ha annotato alcune considerazioni in materia di privacy e dintorni. In pratica le stesse che io stesso ho sintetizzato su Twitter/X. Il tutto si riassume a mio avviso in una preminenza del tema del potere, che spesso viene confuso con altre cose: diritti, anonimato, cybersecurity, facoltà di fare quel che si vuole, e via discorrendo lungo l’interminabile sequenza degli equivoci alimentati dalla grande rete e dalla grande confusione.

Siete deboli. Potete solo nascondervi, e allora vi nascondete, spacciando questa prassi come la conquista di un potere che in realtà non esiste. Ossia, esiste nella misura di un contenimento, visto che è chiaro che se state in Kuwait potete solo nascondervi e nulla più. Ma la logica è la stessa anche in zone più libere e democratiche, dove comunque i vari Grandi Fratelli (non necessariamente lo Stato, ma anche le lobby, il boss di turno, o più in generale il sistema del potere) possono aggredire indirettamente, pignorare, far valere il loro potere d’acquisto orientato ad godere di ottimi avvocati, o giudici corrotti, o altre connivenze sotterranee.

Quindi sì, giusto nascondersi, ma a volte serve orientarsi verso atteggiamenti effettivamente più lungimiranti. Serve cioè utilizzare strumenti che permettano di avere potere sul maggior numero di contesti necessari all’esistenza in un certo spaziotempo.

Bitcoin fa sicuramente parte di questo novero. Non risolve tutto, ma se ben usato risolve molto, e in gran parte vi permette di cercare meno di scappare dal vampiro di turno, avendo la possibilità di affrontarlo direttamente.

Beach in Noblogs

Ho finalmente deciso di trasferire gran parte delle mie attività sul web in un nuovo blog, Crypto Cypher Phil Palm Beach, ospitato nella storica piattaforma (vagamente) anarchica Noblogs. Le ragioni sono parecchie. Il modo migliore per comprenderle credo sia, semplicemente, leggermi senza tante sovrastrutture programmatiche.

Basti dire che avevo bisogno di un luogo quotidiano che presentasse determinate caratteristiche di design. Nel contempo, mi piace questa idea di scenario non autorialmente nominale. In altre parole, non è il mio blog: sono io che scrivo in questo blog.

Gatti e Gelo in Città

Oggi giornata decisamente ventosa e gelida, almeno a Vicenza. Non piove, ma una leggera umidità pulviscolare domina la città, immersa nel grigiume dell’orizzonte. Ho consumato gli ultimi dolcetti di farina di mais della Coldiretti, inzuppati in un bollente caffè d’orzo (in realtà, mezzo orzo, mezzo caffè). La classica giornata da passare sorseggiando bevande calde e stando assieme ai gatti.

Ancora su Twitter/X e Bluesky

Perché avere sia un account Twitter/X che uno Bluesky? Parlando per me, di certo posso dire di essere tutto fuorché un sostenitore di Elon Musk. Ma mi chiedo: che c’entra Musk in quello che alla fine della giostra è un servizio? Il Twitter dell’era X ha delle caratteristiche; Bluesky ne ha delle altre. Tutto qui.

Recentemente ho per esempio sottoscritto un abbonamento premium “plus” che mi permette di usare Grok, un assistente AI integrato, effettivamente interessante, più svariate funzioni aggiuntive che mi hanno permesso di mie analoghe partecipazioni in altre piattaforme. Perché dovrei rinunciare? Ogni giorno, peraltro, prendo per i fondelli Musk dalla balaustra del suo stesso social network, e non mi pare di avere la CIA appresso. Anzi. Musk, in definitiva, altro non è che un imprenditore che cerca piuttosto rocambolescamente di pararsi il culo (anche con la politica), e alla fine, se notate, la butta sempre in ridere. Non credo si prenda troppo sul serio, e non credo neppure sia il caso di prenderlo troppo sul serio.

Dall’altro lato, Bluesky è oggettivamente il Twitter delle origini. Pochissime funzioni, pochissimi caratteri a disposizione. In sostanza, un luogo dove citare cose scritte altrove, oppure informare la nostra comunità di quello che stiamo facendo o pensando, usando testo e immagini. Punto, fine, stop. Il suo punto di forza è indubbiamente rappresentato dal minimalismo, e la cosa ha senso… L’idea del cielo blu, del respiro, del campo aperto, è perfettamente calzante.

Personalmente credo che la ridondanza funzionale di Twitter/X possa avere senso solo se confinata ad usi profondamente creativi e ironici (ossia, anti-automatici), oppure limitati all’ambito strettamente professionale. Quando a Bluesky, la situazione è opposta: la piattaforma stessa necessita di creatività per ottenere il massimo dal minimo, e dunque veicola un uso di per sé personale, più intimo e classico. In certo senso nostalgico, ma sempre lungo la direttrice dell’innovazione e della modernità. In Twitter/X devo impormi dei confini per essere efficace e non uniformarmi alla corrente. In Bluesky questi confini ci sono già…

(Tra l’altro, devo conoscere questa tipa…)

Bluesky is the New Fediverse?

Il fediverso mi piace, ma non c’è quasi nessuno. Ecco dunque che questa impennata di Bluesky mi fa comodo: per fuggire dalle sgrinfie di Elon Musk ormai sono in molti a optare per questa sorta di “Twitter old style” con soli 300 caratteri e qualche funzione multimediale. Che, intendiamoci, piace anche a me, e pure dagli esordi.

La piattaforma promette molto:

Social media is too important to be controlled by a few corporations. We’re building an open foundation for the social internet so that we can all shape its future.

Possiamo crederci come non crederci, ma per ora è certamente una boccata d’ossigeno rispetto alla cloaca di Twitter/X, che comunque continuerò a usare (anche solo per sfottere Musk, continuando comunque a usufruire dei suoi servigi).