Ieri ho scritto un altro capitolo della “saga crypto” che assieme al team di CryptoSmart abbiamo chiamato col nome in codice di evergreen. Si parla di criptomonete in generale, considerando la loro storia dagli anni Ottanta ad oggi: correnti, idee, tecnologie, etc… Con un approfondimento sulle possibilità di investirci, poco o tanto che sia.
CryptoSmart è l’exchange 100% italiano che fornisce servizi a 360 gradi su crypto e blockchain. Da qualche tempo ho avviato una collaborazione per la redazione di articoli nel blog ufficiale, incentrati su notizie dal settore e approfondimenti macroeconomici.
Da oggi parte una rubrica nuova, che propone contenuti riassuntivi e divulgativi su quelli che abbiamo chiamato “evergreen”, ossia punti fermi nella storia e nello scenario globale delle cryptovalute.
Il primo mio articolo di questa serie è dedicato ad Ethereum, la grande macchina virtuale che oggi muove progetti di finanza decentralizzata, Web3 e applicazioni.
Oggi su CryptoSmart Blog un mio articolo interamente dedicato a Bitcoin e alle ultime diatribe, polemiche, novità e potenzialità di questo straordinario protocollo.
Sul CryptoSmart Blog mio nuovo articolo interamente dedicato a #Bitcoin. Si parla di: 😐 rapporti tra satoshi e finanza brutta e cattiva 😑 diatribe tra libertari e blackrockiani 😠 le infelici uscite di Michael Saylor 😀 quello che OGGI puoi fare con Nakamoto…
— Cypher Phil Non-Euclidean Creative Man (@creativephil75) October 24, 2024
Come sintetizzo in questo mio post su Mastodon, io non credo molto nella prassi del cosiddetto digital detox. O meglio, ci credo, ma nella misura di una limitazione parziale della prepotenza indiretta del Web nei nostri confronti.
La Grande Rete esiste, così come esistono la globalizzazione, la deriva politica, l’intelligenza artificiale che crea immagini brutte e standardizzate, il pensiero unico che diventa sempre più unico, la mediocrità al potere, e via discorrendo. Possiamo farci qualcosa? No. Possiamo difenderci? Tendenzialmente sì.
Personalmente sono impegnato nel Web quasi costantemente, quindi è ovvio che la mia percezione possa essere traviata dal flusso costante di informazioni gestite da altri, per scopi che sono quasi sempre commerciali, autocelebrativi, propagandistici e di certo non conformi a quello che sono e che voglio.
Però c’è un modo molto semplice di gestire il Web in modo tale da renderlo simile a noi. Basta rimanere consapevoli del fatto che il Web non è la realtà.
Il Web mima una parte della realtà. Propone dettagli, deforma messaggi e contenuti, impone le sue dicotomie. Però il Web è anche informazione indipendente, decentralizzazione, fediverso… Basta scegliere, isolando ciò che ci piace di meno.
Ho chiamato questa prassi Digital Detox 2.0, ovvero un uso selettivo del Web, basato su ciò che ci interessa e sulle connessioni che intendiamo privilegiare rispetto al caos infotelematico che necessariamente resterà tale e quale.
Mi sembra una bella idea. In materia ho dato anche qualche consiglio.