Al Lavoro su Blockchain Domain

Stamattina ho iniziato, direi finalmente, ad annotare in una modalità rigorosamente cartacea e, come dire, da studente coreano o affine, le mie monografie d’uso del Web2 e del Web3. In questo caso ho visto bene di definire il mio account “blockchain” in Unstoppable Domains.

ud.me/filippoalbertin.blockchain

Se volete contattarmi utilizzando questa tecnologia e questo specifico mio dominio, è molto semplice. Scrivetemi una mail al mio nuovo indirizzo UD-based.

[email protected]

Vivaldi Social in Mastodon!

Da tempo sono un utente del fediverso, attraverso la mediazione della bellissima piattaforma di Mastodon e dei suoi specifici nodi (istanze).

Ebbene, oggi ho avuto la notizia che Vivaldi ha messo in rete il suo Mastodon, dove tutti noi della community siamo stati automaticamente traghettati. Fantastico!

Quindi, mi trovate anche in Vivaldi Social, dove mi sono letteralmente spostato di peso!

https://social.vivaldi.net/@creativephil

Retep Folo: Random File

L’artista (o progetto) Retep Folo, al secolo Peter Olof Fransson, scuderia Clay Pipe Music (anche se mi pare di averlo visto pure altrove), è un genio. Non è l’unico, intendiamoci. Ma il suo sound è quello che vorrei nell’allestire qualsivoglia utopistico spazio della memoria a base di brossura romanzesca stagionata, documentari della vecchia BBC, sceneggiati, brughiere televisive e altre meraviglie catodiche.

Creatività Politicamente Scorretta

Ho “conosciuto” la creatività (seria) attorno al 1995, leggendo un libro di Edward De Bono; non per niente si intitolava Serious Creativity. In seguito a questa lettura illuminante ho sviluppato quella che a buon titolo sarebbe diventata la mia passione primaria partecipando, nei primi anni Duemila, alle ferventi attività di Createca, animata dal celebre consulente francese Hubert Jaoui.

Sono sempre stato un grafomane, scrittore e disegnatore seriale. Il contatto col mondo creativo ha semplicemente intensificato questa mia attitudine. D’altra parte, da Leonardo da Vinci a Brian Eno, non esiste processo creativo che possa svilupparsi senza un prototipo grafico, che noi creativi siamo soliti annotare rigorosamente a mano.

All’epoca andavano per la maggiore le mappe mentali di Tony Buzan. Più recentemente, le stesse sono state operativamente inglobate come caso particolare nel modello “sketchnote”, proposto da Mike Rhode.

Ciò che amo del modello sketchnote è la sua estrema semplicità, a limite della banalità (come spesso accade nelle proposte formative statunitensi, che tendono a mettere a sistema anche l’ovvio). Tuttavia ci sono alcune “tendenziali” critiche che posso muovere ai risultati finali ottenuti da questo metodo. Riflettendoci sopra, sono giunto a una conclusione: tutte queste critiche sono riassumibili nell’idea di politicamente corretto.

Le sketchnote “ben realizzate” fanno spesso leva su meccanismi mentali “facili”, ossia freschi, positivi, sorridenti, appunto politicamente corretti e riferiti a una generica e (secondo me) scolorita cultura dell’innovazione. Questa cultura parla ormai linguaggi che reputo “già pensati”, colmi di un buonismo verde e arcobaleno che arrivo a ritenere ormai, nella loro diffusione totalizzante, alla stregua di un pensiero unico.

Gli stessi esiti “aziendalistici” un tantino eccessivi in termini di entusiasmo gratuito ed energia stile integratore alimentare sono presenti anche in un altro approccio, quello di Sunni Brown, che nel suo libro The Doodle Revolution introduce la tematica grafico-creativa in termini più ampi. Tuttavia rilevo in lei una maggiore esuberanza di fondo, almeno in senso teorico, che mi solletica parecchio e dalla quale si può certamente partire per giungere a configurazioni interessanti.

Ora, a parte le basi teoriche e soprattutto operative, che vanno comunque benissimo così, credo che esattamente su questa esuberanza potenzialmente onnivora si debba fare leva per parlare di creatività all’opera.

Quindi uno dei miei progetti personali sarà questo: depurare la creatività da ogni residuo di pensiero politicamente corretto. Avremo un pubblico più esiguo? Non importa. Anzi credo sia meglio.