
Personalmente ho sempre sostenuto l’importanza del pensiero visuale nell’applicazione di qualsivoglia procedimento creativo nel problem solving di ogni ordine e grado.
Personalmente ho sempre sostenuto l’importanza del pensiero visuale nell’applicazione di qualsivoglia procedimento creativo nel problem solving di ogni ordine e grado.
Il nostalgismo ha senso? Ha senso, cioè, porsi esteticamente e funzionalmente la questione della validità o meno dell’evoluzione tecnologica?
Secondo me sì, e là fuori ci sono centinaia di persone che mi daranno ragione, anche dal punto di vista professionale. Tanto per fare qualche esempio, risulta noto a qualsiasi informatico quanto i computer di un tempo, certamente meno dotati a livello di RAM, fossero per molti versi più veloci e reattivi di tanti macchinari attuali, e la maggior parte dei musicisti e tecnici del suono sa benissimo che l’analogico, in musica, tende ad essere migliore del digitale.
In questo periodo sto usando Ubuntu Unity, una versione particolare del noto sistema operativo, che riprende in mano l’abbandonato progetto della famosa barra laterale alternativa a quella di GNOME, che a suo tempo spaccò letteralmente in due l’utenza tra favorevoli e contrari.
Personalmente non mi sono mai schierato. All’epoca l’innovazione in questione non mi parve né particolarmente rivoluzionaria, né fastidiosa, tanto che continuai a utilizzare la versione ammiraglia senza alcun problema.
A tutt’oggi continuo a usare Ubuntu Standard (GNOME), ma mi incuriosiva provare questa versione “revival”, che ho trovato veramente stimolante, soprattutto dal punto di vista estetico.
Provatela anche voi.
Ho coniato una nuova sigla, NOLONGFORM, per caratterizzare la mia “idea manifesto” per il mio, chiamiamolo, blogging style. Si potrebbe anche optare per una versione ulteriormente abbreviata in NOLOFO, che già mi piace ancora di più.
Sto scrivendo questa cosa con un mio vecchissimo laptop targato Compaq, ormai ridotto a una sorta di reperto cyberpunk. A parte l’architettura a 32 bit, ormai in totale disuso, lo strumento è letteralmente un rattoppo: batteria inesistente, funzionamento in presa diretta con caricatore rigorosamente non originale, adesivi ovunque, tastiera unta e bisunta (ma ancora fantasticamente comoda), nonché hard disk disintegrato (che non so come faccia a funzionare, peraltro piuttosto bene) e ventola sempre in tiro.
Però continua a piacermi. Si tratta di uno di quei computer che nostalgicamente mima la velocità di un tempo, non supportata da chissà che prerogative hardware. Il sistema operativo è un’antica versione di Ubuntu MATE, ovviamente priva di qualsiasi supporto.
Ecco un esempio di NOLOFO post.
La letteratura, letteralmente, o letterariamente, mi ossessiona ponendomi delle domande specifiche, che suonano circa così:
Stamane ho annotato, prima sinteticamente, poi diffusamente, il fatto di essermi iscritto al Movimento Cinque Stelle. Le ragioni sono essenzialmente quelle che ho descritto, quindi non voglio perdere e far perdere tempo scrivendone di ulteriori. Ma in un blog, si sa, bisognerebbe scrivere tutto.
Ciò che volevo dare pubblicamente è una sorta di spiegazione complessiva, avente a che fare con la politica in generale.
Io da tempo non mi interesso di politica, ovvero mi interesso come banale cittadino, e non più come attivista in questo o quel partito. Ho riflettuto però più attentamente su questa mia posizione operativa, e a un certo punto mi sono detto che no, non è opportuno che uno come me resti completamente al di fuori della politica. Un minimo di interessamento, appunto operativo, deve rimanere, visto che, comunque, la politica resta in fondo un settore come tanti altri, da trattare senza esclusività di sorta, ma comunque da trattare.
Troppo facile, poi, lamentarsi dei nostri politici. Un apporto deve essere dato, non per essere sterilmente contro tutto e tutti, ma per proporre qualcosa di nuovo, con forze complessivamente coerenti con tale proposta.